Una Esperienza di Occidente
Fondazione PLART
ottobre 2012 “Una esperienza di Occidente” non è solo il titolo della mostra con cui Chen Guang, Zhao Xin, Fan Ruijun, Li Jiang, Zhou Cong, Lu Muxi, Shuai Ying, Feng Yuanyuan concludono il corso di studi di Pittura, iniziato nel loro Paese, la Cina, e completato all’Accademia di belle Arti di Napoli, ma rappresenta anche un percorso didattico, una riflessione umana e un confronto culturale che ognuno degli studenti ha compiuto. E’ difficile dire quanto e a quale profondità codeste esperienze abbiano inciso in ognuno e quali conseguenze determineranno nella pratica futura della loro attività artistica, ma di sicuro si può affermare che conoscenze pregresse si sono confrontate, non senza diffidenze, difficoltà, curiosità, approvazione, ecc…, con le nuove provocando un rimescolamento che se, all’inizio ha determinato piccole rotture e traumi, alla fine ha dispiegato il positivo potenziale che la dialettica tra culture diverse deve determinare per l’accrescimento della conoscenza per la comprensione tra le persone. Il lavoro di Tesi, che coincide con i lavori esposti, dà conto di come codesti studenti, in consonanza con le contemporanee pratiche dell’arte, non si siano limitati all’uso degli strumenti tradizionali del dipingere, ma abbiano praticato, secondo l’insegnamento da me suggerito, le tecniche e mezzi più vari al fine della comunicazione artistica. Allo stesso modo un cambiamento radicale, rispetto all’inizio del percorso didattico, si è avuto circa le finalità e le funzioni dell’arte nel mondo contemporaneo. La riflessione che ogni studente ha esercitato su tali problematiche la si ritrova nei lavori, ognuno dei quali restituisce la dimensione spirituale di ciascuno assieme a ciò che si voleva comunicare : il sentimento di un tempo trascorso in un “altrove”, la comprensiva lontananza dagli affetti, le riflessioni intime e accorate della trasvolata, il volo leggero di quando la zavorra materiale viene lasciata cadere, l’assimilazione della lezione confuciana a quella cattolica, l’inquietudine che emana dalle diecine di cagnolini di gesso disposti in formazione militare, la frustrazione di una lingua che non può pronunciare parole, l’enigmatico riflesso della riproduzione di un “timbro” tradizionale in uno specchio. Queste e altre cose, in altri lavori, traspaiono nei video, nei dipinti, negli oggetti di questo manipolo di studenti, la prima “avanguardia” che conclude gli studi nella nostra Accademia alla quale ne seguiranno altre, sempre più consapevoli che il mondo e le conoscenze non devono avere confini. Prof. Angiolino Armentano |
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